“Il Conte di Montecristo è stato il nostro ultimo spettacolo prima della pandemia e non potevamo che riprendere da dove ci eravamo interrotti, puntare sullo stesso spettacolo, per il nostro ritorno alle scene. Noi, come tutti, abbiamo vissuto mesi difficilissimi ed è con grande emozione che riprendiamo a respirare insieme al pubblico l’aria della scena. E’ finalmente il momento di tornare a teatro!”.
Con queste parole piene di emozione Lorenzo Dionigi, regista dello spettacolo e autore delle drammaturgie del Conte di Montecristo, ha concluso una due giorni trionfale per laCompagnia Innuendo da lui diretta. L’8 e 9 dicembre infatti, all’Auditorium San Domenico di Foligno, complice una voglia di teatro che ormai pervade non solo gli appassionati di musical ma ciascuno di noi, tanta gente ha portato il proprio tributo di applausi. Frutto di un coinvolgimento artistico, scenico ed emotivo davvero di livello eccezionale. A raccontarci le emozioni e le sensazioni del backstage è proprio il regista Lorenzo Dionigi.
Partiamo dalla fine: un ritorno alle scene tanto atteso ma anche pieno di soddisfazione, com’è stato ritrovare il vostro pubblico?
Devo dire innanzitutto che il pubblico non ci è mai mancato, anche sotto questi due anni di pandemia siamo riusciti a fare spettacolo con le restrizioni e le modalità consentite, abbiamo invece sentito l’assenza del Teatro, come luogo e come idea, quel posto magico che trasuda umanità sul palco e nella sala, ogni volta che si spengono le luci è come essere li per la prima volta.
La vostra compagnia ha offerto davvero uno spettacolo di livello straordinario per la qualità delle voci, delle interpretazioni, della messa in scena generale e, in particolare, delle parti corali. Qual è il segreto, l’ingrediente oltre al talento che vi ha consentito di ottenere un risultato tanto importante?
Fondamentale sono le tante maestranze che la compagnia può offrire con tutti i suoi membri, oltre chiaramente ad una sempre costante formazione che riguarda sia la tecnica individuale sia la coordinazione di gruppo, il tutto condito da una sempre maniacale attenzione ai dettagli. Ma se dovessimo parlare di ingrediente segreto allora dico: l’amicizia e il rispetto reciproco.
Parliamo dello spettacolo, il Conte di Montecristo: una storia piena di emozioni per uno show davvero difficile, sia per la difficoltà delle parti cantate che per la presenza importante di parti recitate. Una storia apparentemente antica ma in realtà molto attuale.
Credo che la bellezza della letteratura è che cambiando punto di vista diventa sempre attuale e il teatro fa da maestro in questo, penso sia la forma d’arte più universale che esista, se oggi leggiamo Shakespeare ci sembra così vivo e contemporaneo che ci dimentichiamo dei suoi oltre 400 anni. Tornando allo spettacolo, è una storia importante e complessa, esplora ogni parte dell’animo umano, dalle cose peggiori a quelle più nobili e probabilmente è questo il suo fascino, non tralascia nulla e lo racconta con estrema schiettezza. Da un punto di vista prettamente tecnico lo spettacolo è sicuramente impegnativo, la parte di prosa è corposa e dinamica mentre quella musicale ampia ed elastica, questo fa si che il cantattore deve padroneggiare egregiamente entrambe.
Uno show sorretto da un cast eccezionale: ogni cantante/attore ha saputo trascinar il pubblico nelle dinamiche emotive e psicologiche del proprio personaggio.
Quando lavoro su di un adattamento mi concentro totalmente sul soggetto, sull’essenza, i nodi drammatici della trama poi vengono da sé durante la stesura, una volta spiegato questo agli attori sta a loro caratterizzare al massimo ogni aspetto seguendo precise tecniche di recitazione, è un lavoro individuale e corale allo stesso tempo che richiede ricerca, elasticità mentale e quella che io definisco la procedura fondamentale: provare, fallire, riprovare, fallire ancora, riprovare, fallire meglio.
Con il Conte di Montecristo vi siete messi alle spalle un periodo durissimo, ora quali sfide ha davanti la Compagnia Innuendo?
Il nostro prossimo obiettivo è quello di portare in scena per la prima volta in forma di commedia musicale/musical il celeberrimo Mercante di Venezia di Shakespeare. Il copione è quasi ultimato e lo stesso vale per l’orchestrazione delle musiche composte appositamente da Marco Grieco, lo spettacolo debutterà per l’estate 2022 e sono convinto che sarà un ulteriore step per tutto il gruppo, abbiamo alzato ancora l’asticella e la sfida non può che entusiasmarci.